Ciao!
Mi presento,sono Cristiano Sanson ed ho 21 anni.Abito a Sovizzo da quattro anni (ex altavillese).Sono al secondo anno di università sotto la facoltà di sociologia a Padova.
Che dire di me?
Che dire di me?
Sono una persona a cui piace stare in compagnia,credo sia essenziale,ma allo stesso tempo credo che sia essenziale saper stare da soli e concedersi dei preziosi momenti solitari.Una delle cose che nella vita ritengo importanti per me è quella dell'aiuto degli altri,delle persone più svantaggiate o meno accettate.Nel mio piccolo ho sempre cercato di impegnarmi in questo campo.Ho svolto e sto svolgendo attività di volontariato perchè molto sensibile a certe tematiche.
Mi piacerebbe non abituarmi mai alla quotidianità perchè secondo me causa di ozio,noia e poca reattività,cosa che comunque ritengo difficilmente raggiungibile.
Sto seguendo un corso di teatro,nuova esperienza,per cui datemi altri due o tre anni e potrete trovarmi con Sorrentino a vincere il mio primo oscar.
Apparte le boiate,diciamo che mi piace tenermi impegnato e anche per questo ho voluto mettermi in gioco intraprendendo una nuova esperienza come quella di Altafrequenza,prima con tre/quattro amici e ora con un bel gruppo espanso.Questa è la mia prima esperienza politica ma sono sicuro che mi darà qualcosa,che ne uscirò più ricco e forte di prima perchè mi sarò messo in gioco,perchè magari avremo combinato qualcosa di buono.
"Forse si trattava di accettare la vita come una festa, come ha visto in certi posti dell'Africa.
Forse si tratta di affrontare quello che verrà come una bellissima odissea di cui nessuno si ricorderà.
Forse si trattava di dimenticare tutto come in un dopoguerra e di mettersi a ballare fuori dai bar come ha visto in certi posti della Ex-Jugoslavia.
Forse si tratta di fabbricare quello che verrà con materiali fragili e preziosi, senza sapere come si fa." Le luci della centrale elettrica
Forse si tratta di affrontare quello che verrà come una bellissima odissea di cui nessuno si ricorderà.
Forse si trattava di dimenticare tutto come in un dopoguerra e di mettersi a ballare fuori dai bar come ha visto in certi posti della Ex-Jugoslavia.
Forse si tratta di fabbricare quello che verrà con materiali fragili e preziosi, senza sapere come si fa." Le luci della centrale elettrica





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