Esiste ben radicato nella nostra cultura un pensiero totalmente fuorviante quando si intende avviare un dialogo con i giovani.
Nella pratica delle politiche giovanili capita spesso di provare ad immaginare quali potrebbero essere le strategie efficaci per coinvolgere le nuove generazioni finendo spesso per fallire miseramente.
" Ci abbiamo provato ma sti giovani proprio non ne vogliono sapere"; pochi rimpianti insomma per un tentativo andato a vuoto.
Forse però il problema è alla radice e riguarda appunto il rapporto che le amministrazioni hanno con i giovani.
Il Comune è il primo punto di contatto che i cittadini hanno con le istituzioni, questa è una caratteristica molto importante; se però questo primo punto di contatto pecca di rappresentanza rispetto a qualche parte della cittadinanza ( in questo caso i giovani) cosa succede?
Succede quello che leggiamo o vediamo ormai anche troppo spesso alla televisione: "i giovani sono lontani dalle istituzioni, non ne hanno nemmeno il rispetto".
Ma cosa accadrebbe se il Comune provasse una volta tanto a cambiare prospettiva?
Noi siamo convinti che se vogliamo avvicinare i giovani alla vita pubblica le proposte non bastano. Serve che le proposte nascano dai giovani stessi, solo così possiamo coltivare questa speranza.
UNA BUONA PARTE DELLE POLITICHE GIOVANILI DEVE ESSERE PENSATA E REALIZZATA PROPRIO DAI GIOVANI.
La buona fede o la buona volontà non serviranno a niente senza questo cambio di rotta. Se il Comune deciderà come spesso accade di proporre ai giovani e non di invitare i giovani ad una partecipazione condivisa, farà uno sforzo inutile.
Se poi vogliamo spingerci verso scenari inimmaginabili siamo convinti che anche ai giovani spetti esprimere un'opinione costruttiva sulle scelte che il Comune compie per i propri cittadini. Non serve il diritto di voto per contare qualcosa.
E' possibile pensare ai giovani non solo come a dei futuri cittadini ma a cittadini veri e propri, con i loro diritti e con i loro doveri?
Vorremmo insomma che attivarsi pubblicamente e contribuire al buon funzionamento del Comune fosse un DOVERE DI TUTTI I GIOVANI otre che un diritto non totalmente rispettato.
Giacomo Peretto.




0 commenti:
Posta un commento