Ciao!
Mi chiamo Tibaldo Erika, ho 25 anni e vivo ad Altavilla da quando ne avevo 6. Ho frequentato il Liceo Pigafetta, indirizzo linguistico, che è stato il primo e il più pregnante luogo della mia formazione.
Ho fatto l’animatrice in parrocchia, in campeggio e all’ACR. In quarta superiore assieme ad un amico, Riccardo, sono stata rappresentate di istituto. Ho lavorato come animatrice e poi come responsabile per il Nuotocamp, il centro estivo in piscina ad Altavilla. L’animazione è per me uno stile di vita: significa impegno, responsabilità, servizio. Ho cercato di portare in queste esperienze l’attenzione e la cura verso gli altri, soprattutto i bambini.
Adoro leggere. Molto di quello che sono lo devo ai libri, alle esperienze letterarie che ho vissuto attraverso le parole degli autori. Vorrei non smettere mai di crescere e di imparare. Penso che la cultura salverà il mondo. Mi sono laureata (triennale e magistrale) in Economia e Gestione delle arti e delle attività culturali, ma non starò qui a spiegare “in pratica” che lavoro posso fare.
Mi piace l’arte, soprattutto quella contemporanea, vorrei conoscere meglio la lirica e la poesia, aver letto qualche libro di filosofia in più o andare a teatro più spesso. Amo la Cultura, quella con la C maiuscola.
Mi piace l’arte, soprattutto quella contemporanea, vorrei conoscere meglio la lirica e la poesia, aver letto qualche libro di filosofia in più o andare a teatro più spesso. Amo la Cultura, quella con la C maiuscola.
Ho scelto di impegnarmi in Altafrequenza perché, al termine del mio percorso universitario, mi sono sentita di voler restituire qualcosa al territorio che mi ha dato tanto, di voler dire la mia per i giovani che verranno, per far trovare loro un’Altavilla più attenta ai giovani e che se ne prenda cura.
“Nel regno del kitsch impera la dittatura del cuore.
I sentimenti suscitati dal kitsch devono essere, ovviamente, tali da poter essere condivisi da una grande quantità di persone. Per questo il kitsch non può dipendere da una situazione insolita, ma è collegato alle immagini fondamentali che le persone hanno inculcate nelle memoria: la figlia ingrata, il padre abbandonato, i bambini che corrono sul prato, la patria tradita, il ricordo del primo amore. Il kitsch fa spuntare, una dietro l'altra, due lacrime di commozione. La prima lacrima dice: Come sono belli i bambini che corrono sul prato! La seconda lacrima dice: Com'è bello essere commossi insieme a tutta l'umanità alla vista dei bambini che corrono sul prato. [...]
Il vero antagonista del kitsch totalitario è l'uomo che pone delle domande.”
I sentimenti suscitati dal kitsch devono essere, ovviamente, tali da poter essere condivisi da una grande quantità di persone. Per questo il kitsch non può dipendere da una situazione insolita, ma è collegato alle immagini fondamentali che le persone hanno inculcate nelle memoria: la figlia ingrata, il padre abbandonato, i bambini che corrono sul prato, la patria tradita, il ricordo del primo amore. Il kitsch fa spuntare, una dietro l'altra, due lacrime di commozione. La prima lacrima dice: Come sono belli i bambini che corrono sul prato! La seconda lacrima dice: Com'è bello essere commossi insieme a tutta l'umanità alla vista dei bambini che corrono sul prato. [...]
Il vero antagonista del kitsch totalitario è l'uomo che pone delle domande.”
Milan Kundera- L’insostenibile leggerezza dell’essere
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